Monthly Archives: Febbraio 2022
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Recentemente ti abbiamo raccontato che è possibile seguire un’alimentazione priva di glutine senza rinunciare a nulla, e la stessa cosa vale per il lattosio.
L’intolleranza al lattosio è ben più diffusa di quella al glutine: dati recenti la evidenziano nel 40% degli italiani e spesso si manifesta in età adulta.
Essa consiste nella difficoltà a digerire correttamente lo zucchero contenuto nel latte, appunto il lattosio, ed è causata dall’insufficiente o mancata presenza dell’enzima lattasi.
Questo problema nasce nell’intestino tenue: il lattosio è un disaccaride che, per essere digerito, deve essere scomposto in due zuccheri semplici, galattosio e glucosio.È proprio la lattasi a compiere questa operazione, viceversa il lattosio non digerito viene fermentato dalla flora batterica.
Dalla totale assenza o parziale mancanza dell’enzima, di conseguenza, dipendono -
La celiachia è una malattia permanente che comporta l’indigestione della gliadina, una proteina del glutine presente nel grano, in soggetti geneticamente predisposti.
Dai dati del 2017 risulta che lo 0.34% della popolazione italiana soffra di questa malattia, che può manifestarsi a ogni età a partire dallo svezzamento.
I sintomi variano da persona a persona: c’è quindi chi, dalla nascita o dalla prima infanzia, si abitua a mangiare senza glutine; altri, invece, scoprono la malattia in tarda età e devono costruire un regime alimentare completamente nuovo poiché l’unico trattamento efficace è proprio una dieta priva di glutine.Fino a qualche anno fa i prodotti per celiaci erano reperibili solo in farmacia e nei negozi specializzati con costi molto elevati, poca scelta e sapori discutibili.
Negli ultimi tempi, fortunatamente, molte aziende hanno preso a cuore la causa e hanno convertito i propri stabilimenti in vere “fabbriche del senza glutine”,
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Entrare nel panificio di Biobottega in Corso Regina Margherita 440 a Torino significa lasciarsi avvolgere dal profumo di pane e dolci appena sfornati e dal tepore di un ambiente accogliente, in cui ogni singolo ingrediente è scelto con cura, maneggiato con sapienza dai panettieri e coccolato fino alla messa a scaffale.
In quello che per un profano potrebbe sembrare un ordine casuale di lievitati, c’è in realtà dietro uno schema rigoroso: dal lunedì al sabato, per esempio, non può mancare la produzione di pane casereccio integrale, semintegrale, all’olio, contadino e al grano Kamut; è essenziale che i clienti abbiano sempre un’ampia selezione di prodotti tra cui scegliere, sperimentando tra diversi mix di farine e lievitazioni.
Nel corso della settimana, inoltre, vengono sfornate speciali tipologie di pane: come quello dello
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Il carrubo è un albero da frutto molto longevo appartenente alla famiglia delle Caesalpiniaceae, robusto e sempreverde, che raggiunge un’altezza di 9-10 m.
Le foglie sono piccole e di un verde lucente, mentre i fiori tendono al rossiccio; la fioritura avviene tra agosto e settembre ma la maturazione si compie solo nell’anno successivo.
I frutti, chiamati carrube, sono dei grandi baccelli lunghi 10-20 cm che, a fine maturazione, da verde chiaro diventano color marrone scuro.
Coriacei all’esterno, contengono invece all’interno una polpa carnosa e zuccherina e dei semi scuri e molto duri, il cui peso omogeneo gli è valso il nome di “carato”: in passato venivano infatti utilizzati come misura dell’oro.
Ma cosa si può ottenere con i processi di lavorazione della carruba?
1.Farina di polpa di carruba
La farina di carruba è un ottimo